sabato 26 maggio 2012

San Filippo Neri

L’ANEDDOTO DEI CEFFONI
San Filippo Neri spesso si sentiva in dovere di schiaffeggiare i prepotenti. "Questo ceffone non è per te", si scusava "è per il diavolo che sta dentro di te". Una volta osò dare uno schiaffo ad un delinquente che era il terrore del quartiere. Questi risentito si avvicinò al santo per colpirlo, ma non fece in tempo perché Filippo, pronto, gli appioppò un secondo sonoro ceffone. "Questo, gli disse non è per il diavolo, è proprio per te!"I suoi insegnamenti erano un po' fuori dalle norme... e non contemplavano neppure penitenze clamorose, digiuni o cilici per la mortificazione del corpo, ma richiedevano un profondo pentimento per umiliare l’Io superbo e vanitoso, più che il corpo. E tutto questo accadeva nella totale gioia del Cristo Risorto. Non amava essere adulato, ed era capace con le sue bizzarrie di farsi passare perfino per matto pur di evitare di essere stucchevolmente elogiato. Ma da buon illuminato, aveva capito che a volte bisognava fare buon viso a cattivo gioco. La sua missione intanto continuava per le strade, in mezzo alla povera gente, in mezzo ai ragazzini più disperati e più bisognosi. Per loro come mamma chioccia, creò l’Oratorio, dove si parlava della Parola di Gesù attraverso il canto, il sermone, e molte altre attività.

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