martedì 18 dicembre 2012

Concerto Natalizio 2012


venerdì 9 novembre 2012

mercoledì 27 giugno 2012

VIA LUCIS 2012

La via Lucis rappresenta l'aspetto più significativo di tutte le attività dell'associazione oratorio San Domenico Savio per ricordare le tappe di Gesù Risorto, essere testimoni di un cammino di continua risurrezione e formare i giovani alla vita cristiana. L’associazione, seguendo la scia di Don Bosco, ha proposto la VI marcia della luce con partenza Madonna di Pompei e arrivo Madonna della Catena percorrendo le tappe che vanno dal sepolcro vuoto, primo segno della Pasqua, alla Pentecoste. Secondo il suo ideatore, il salesiano Sabino Palumbieri, la Via Lucis "è un esercizio devozionale, che si presenta simmetrico alla Via Crucis, non sostitutivo, ma anzi la completa. È composta da quattordici stazioni, accompagnate da testi biblici che fanno riferimento a ciò che accadde, dalla scoperta del sepolcro vuoto fino alla discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, riuniti con Maria nel cenacolo. La forma itinerante ricorda il percorso dell'uomo verso la luce a conferma che il cristianesimo è la religione della vita, non della morte". la giornata trascorsa all'agriturismo Catena è stata un susseguirsi di giochi e di allegria per essere ogni giorno gioiosi, coraggiosi, operosi, chiamati a vivere da Risorti nella gioia e nella luce.

mercoledì 20 giugno 2012

GIOCAMICI 2012


GIOVEDIAMOCI è la nuova attività dell’ass. oratorio san domenico savio che continua ad aprire nuove realtà giovanili sul territorio. Da qui nasce, con la partecipazione attiva dei giovani delle associazioni Quattro Porte – Oratorio – Misericordia, l’idea di coinvolgere bambini, ragazzi e giovani in
una grande manifestazione sportiva: “GIOCAMICI 2012”. una giornata all'insegna dello sport e della cultura ricordando con frasi ed esempi la nascita della repubblica presso il Campo Sportivo (sant'elia) dove bambini e ragazzi hanno sperimentato la gioia di giocare insieme e di fare squadra con il massimo divertimento. In mattinata la caccia al tesoro ha visto i giovani impegnati ad esplorare i posti più belli di Cirò. In serata la premiazioni delle squadre vincitrici e assegnazione delle medaglie a tutti i partecipanti da parte del sindaco Mario Caruso e dall’assessore allo sport Mario Romano. La serata si è conclusa con Karaoke, e un buffet preparato dal gruppo Mamma Margherita. Un ringraziamento particolare da parte delle associazioni vanno al sindaco e all’amministrazione comunale alla pizzeria LA COLONNA per aver sponsorizzato le magliette e agli organizzatori: Nicodemo Bruno, Giuseppe Vasamì, Rita Viola, Antonio Grillo,Maria Teresa Rizzo, Chiarelli Luigi, Luigi Adamo, Teresa Barone,Francesca Blefari, Antonio Malena, Gennaro Bruno, Giuseppe Rizzo,Teresa Barone, Vincenzo Stasi, Anna Maria Madera, Mariangela Bruno.

venerdì 15 giugno 2012

Il sogno dei dieci diamanti

«Nella notte dal 10 all’11, mentre dormivo, la mente si trovò in una gran sala splendidamente ornata. Mi sembrava di passeggiare con i direttori delle nostre case, quando apparve tra noi un uomo di aspetto così maestoso, che non potevamo reggerne la vista. Datoci uno sguardo senza parlare, si pose a camminare a qual che passo da noi. Egli era così vestito: un ricco manto a guisa di mantello gli copriva la persona. La parte più vicina al collo era come una fascia che si rannodava davanti, e una fettuccia gli pendeva sul petto. Sulla fascia stava scritto a caratteri luminosi: LA PIA SOCIETÀ DI SAN FRANCESCO DI SALES NELL’ANNO 1881, e sulla striscia di essa fascia portava scritte queste parole: QUALE DEVE ESSERE. Dieci diamanti di grossezza e splendore straordinari erano quelli che c’impedivano di fermare lo sguardo, se non con gran pena, su quell’augusto Personaggio. Tre di quei diamanti erano sul petto, ed era scritto sopra di uno FEDE, sull’altro SPERANZA e CARITÀ su quello che stava sul cuore. Il quarto diamante era sulla spalla destra e aveva scritto LAVORO, sopra il quinto nella spalla sinistra si leggeva TEMPERANZA. Gli altri cinque diamanti ornavano la parte posteriore del manto, ed erano così disposti: uno più grosso e più folgoreggiante stava in mezzo come al centro di un quadrilatero, e portava scritto OBBEDIENZA. Sul primo a destra si leggeva VOTO DI POVERTA. Sul secondo, più in basso, PREMIO. Nella sinistra sul più elevato era scritto: VOTO DI CASTITA: Lo splendore di questo mandava una luce tutta speciale, e mirandolo traéva e attraeva lo sguardo come la calamita attrae il ferro. Sul secondo a sinistra, più in basso, stava scritto: DIGIUNO. Tutti questi quattro ripiegavano i loro raggi verso il diamante del centro. Questi brillanti tramandavano dei raggi che a guisa di fiammelle si alzavano e portavano scritte qua e là varie sentenze. Sulla Fede si elevavano le parole: “Imbracciate lo scudo della Fede per vincere le insidie del demonio”. Un altro raggio aveva: “La fede senza le opere è morta. Non chi ascolta, ma chi pratica la legge possederà il regno di Dio”. Sui raggi della Speranza: “Sperate nel Signore, non negli uomini. I vostri cuori siano sempre fissi dove sono le vere gioie”. Sui raggi della Carità: “Portate gli uni i pesi degli altri, se volete compiere la mia legge. Amate e sarete amati, ma amate le anime vostrè e le anime altrui. Recitate devotamente il Divino Ufficio; celebrate la Santa Messa con attenzione; visitate con grande amore il Santo dei Santi”. Sulla parola Lavoro: “Rimedio alla concupiscenza, arma potentissima contro tutte le tentazioni del demonio”. Sulla Temperanza: “Il fuoco si spegne se si toglie la legna. Fate un patto con i vostri occhi, con la gola e col sonno, affinché que sti nemici non vi rubino le vostre anime. Intemperanza e castità non possono abitare insieme”. Sui raggi dell’Obbedienza: “È il fondamento di tutto l’edificio e il compendio della santità”. Sui raggi della Povertà: “Il Regno dei Cieli è dei poveri. Le ricchezze sono spine. La povertà non si vive a parole, ma si pratica con l’amore e con i fatti. Essa aprirà le porte del Cielo e vi entrerà”. Sui raggi della Castità: “Tutte le virtù vengono insieme con essa. I mondi di cuore penetrano i segreti di Dio e vedono Dio stesso”. Sui raggi del Premio: “Se vi lusinga la grandezza del premio, non vi spaventino le fatiche della conquista. Chi patisce con me, godrà con me. Sono momentanei ipatimenti di questa vita; è eterna la felicità che godranno i miei amici in Cielo”. Sui raggi del Digiuno: “È l’arma più potente contro le insidie del demonio. E il custode di tutte le virtù. Col digiuno si scaccia ogni genere di demoni”. Un largo nastro a color di rosa serviva di orlo nella parte infe riore del manto, e sopra questo nastro era scritto: “Questo sia l’argomento delle vostre esortazioni del mattino, del mezzogiorno e della sera. Raccogliete le briciole delle virtù e vi costruirete un grande edificio di santità. Guai a voi che disprezzate le cose piccole: a poco a poco cadrete”. Fino allora i direttori erano chi in piedi, chi in ginocchio, ma tutti attoniti e nessuno parlava. A questo punto Don Rua, come fuori di sé, disse: — Bisogna prendere nota per non dimenticare. Cerca una penna e non la trova; cava fuori il portafoglio, fruga e non ha la matita. — Io mi ricorderò — disse Don Durando. — Io voglio notare — aggiunse Don Fagnano —, e si pose a scrivere con un gambo di rosa. Tutti miravano e comprendevano la scrittura. Quando Don Fagnano cessò di scrivere, Don Costamagna continuò a dettare così: —La carità capisce tutto, sopporta tutto, vince tutto: pratichiamola con la parola e con i fatti. Mentre Don Fagnano scriveva, scomparve la luce, e tutti ci trovammo in folte tenebre. — Silenzio — disse Don Ghivarello —‘ inginocchiamoci, preghiamo e la luce verrà. Don Lasagna cominciò il Veni Creator, poi il De profundis e Maria Auxilium Christianorum, a cui tutti rispondemmo. Quando fu detto Ora pro nobis, riapparve una luce che circondava un cartello su cui si leggeva: LA PIA SOCIETA SALESIANA QUA LE CORRE PERICOLO DI ESSERE NELL’ANNO 1900. Un istante dopo la luce divenne più viva a segno che potevamo vederci e conoscerci a vicenda. In mezzo a quel bagliore apparve di nuovo il Personaggio di prima, ma con aspetto malinconico, simile a colui che comincia a piangere. Il suo manto era divenuto scolorato, tarlato e sdruscito. Nel sito dove stavano fissi i diamanti vi era invece un profondo guasto, cagionato dal tarlo e da altri piccoli insetti. — Guardate — egli ci disse — e intendete. Ho veduto che i dieci diamanti erano divenuti altrettanti tarli che rabbiosi rodevano il manto. Pertanto al diamante della Fede erano sottentrati: sonno e accidia. Alla Speranza: risate e scurrilità. Alla Carità: negligenza nel compiere i divini Uffici. Amano e cercano i propri comodi e non gli interessi di Gesù Cristo. Alla Temperanza: golosità e piaceri sensuali. Al Lavoro: il sonno, il furto e l’ozio. Al posto dell’Ubbidienza non vi era altro che un guasto largo e profondo senza scritta. Alla Castità: concupiscenza e vita mondana. Alla Povertà era succeduto: dormire, vestire bene, mangiare e bere, denaro a disposizione. Al Premio: “Ci basta godere la vita presente”. Al Digiuno: Vi era un guasto, ma niente di scritto. A quella vista fummo tutti spaventati. Don Lasagna cadde svenuto, Don Cagliero divenne pallido come una camicia e, appoggiandosi sopra una sedia, gridò: — Possibile che le cose siano già a questo punto? Don Lazzero e Don Guidazio stavano come fuori di sé e si porsero la mano per non cadere. Don Francesia, il Conte Cays, Don Barberis e Don Leveratto erano quivi ginocchioni pregando con in mano la corona del S. Rosario. In quel momento si fece intendere una voce cupa: — Come è svanito quello splendido colore! Ma nell’oscurità successe un fenomeno singolare. In un istante ci trovammo avvolti in folte tenebre, nel cui mezzo apparve tosto una luce vivissima, che aveva forma di corpo umano. Non potevamo tenerci sopra lo sguardo, ma potevamo scorgere che era un avvenente giovanetto, vestito di abito bianco lavorato con fili d’oro e d’argento. Tutto attorno all’abito vi era un orlo di luminosissimi diamanti. Con aspetto maestoso, ma dolce e amabile, si avanzò verso di noi, e ci indirizzò queste parole testuali: — Servi e strumenti di Dio onnipotente, ascoltate e intendete. Siate forti e robusti. Quanto avete veduto e udito è un avviso del Cielo, inviato ora a voi e ai vostri fratelli. Fate attenzione e intendete bene quello che vi si dice. I colpi previsti feriscono di meno e si possono prevenire. Le parole indicate siano tanti argomenti di predicazione. Predicate incessantemente a tempo e fuori tempo. Ma le cose che predicate fatele sempre, sicché le vostre opere siano come una luce che, sotto forma di sicura tradizione, s’irradii sui vostri fratelli e figli di generazione in generazione. Ascoltate bene e intendete. Siate oculati nell’accettare i novizi, forti nel coltivarli, prudenti nell’ammetterli. Provateli tutti, ma tenete sol tanto il buono. Mandate via i leggeri e volubili. Ascoltate bene e intendete. La meditazione del mattino e della sera sia sull’osservanza regolare. Se ciò farete, non vi verrà meno giammai l’aiuto dell’Onnipotente. Diverrete spettacolo al mondo e agli angeli e allora la vostra gloria sarà gloria di Dio. Chi vedrà la fine di questo secolo e il principio dell’altro dirà di voi: “Dal Signore è stato fat to questo ed è mirabile agli occhi nostri”. Allora tutti i fratelli e figli vostri canteranno: “Non a noi, Signore, non a noi, ma a tuo nome dà gloria”. Queste ultime parole furono cantate, e alla voce di chi parlava si unì una moltitudine di altre voci così armoniose e sonore, che noi rimanemmo privi di sensi e, per non cadere svenuti, ci siamo uniti agli altri a cantare. Al momento che finì il canto, si oscurò la luce. Allora mi svegliai e mi accorsi che si faceva giorno». Promemoria «Questo sogno durò quasi l’intera notte, e sul mattino mi trovai stremato di forze. Tuttavia per timore di dimenticarmene, mi sono levato in fretta e ho preso alcuni appunti che mi servirono come di richiamo per ricordare quanto qui ho esposto nel giorno della Presentazione di Maria SS. al Tempio. Non mi fu possibile ricordare tutto. Tra le altre cose ho potuto con sicurezza rilevare che il Signore ci usa grande misericordia. La nostra Società è benedetta dal Cielo, ma Egli vuole che pre stiamo l’opera nostra. I mali minacciati saranno prevenuti se noi predicheremo sopra le virtù e sopra i vizi ivi notati; se ciò che pre dichiamo lo tramanderemo ai nostri fratelli con una tradizione pratica di quanto si è fatto e faremo. Ho potuto anche rilevare che ci sono imminenti molte spine, mol te fatiche, cui terranno dietro molte consolazioni. Circa il 1890 gran timore, circa il 1895 gran trionfo. Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis» . Il biografo Don Cena commenta: «La portata del sogno non ha limiti di tempo. Don Bosco diede l’allarme per un momento speciale che doveva seguire alla sua morte; ma il “Quale deve es sere la Congregazione” e il “Quale è in pericolo di essere” con tengono un ammonimento che non perderà mai nulla del suo va lore, sicché sarà sempre vera la dichiarazione fatta da Don Bosco ai Superiori: “I mali minacciati saranno prevenuti, se noi predicheremo sul le virtù e i vizi ivi notati”»
Sogni Don Bosco - autore: san Giovanni Bosco

sabato 26 maggio 2012

San Filippo Neri

L’ANEDDOTO DEI CEFFONI
San Filippo Neri spesso si sentiva in dovere di schiaffeggiare i prepotenti. "Questo ceffone non è per te", si scusava "è per il diavolo che sta dentro di te". Una volta osò dare uno schiaffo ad un delinquente che era il terrore del quartiere. Questi risentito si avvicinò al santo per colpirlo, ma non fece in tempo perché Filippo, pronto, gli appioppò un secondo sonoro ceffone. "Questo, gli disse non è per il diavolo, è proprio per te!"I suoi insegnamenti erano un po' fuori dalle norme... e non contemplavano neppure penitenze clamorose, digiuni o cilici per la mortificazione del corpo, ma richiedevano un profondo pentimento per umiliare l’Io superbo e vanitoso, più che il corpo. E tutto questo accadeva nella totale gioia del Cristo Risorto. Non amava essere adulato, ed era capace con le sue bizzarrie di farsi passare perfino per matto pur di evitare di essere stucchevolmente elogiato. Ma da buon illuminato, aveva capito che a volte bisognava fare buon viso a cattivo gioco. La sua missione intanto continuava per le strade, in mezzo alla povera gente, in mezzo ai ragazzini più disperati e più bisognosi. Per loro come mamma chioccia, creò l’Oratorio, dove si parlava della Parola di Gesù attraverso il canto, il sermone, e molte altre attività.

martedì 15 maggio 2012

Grande Manifestazione Sportiva



lunedì 14 maggio 2012

Giornalino APRILE 2012

domenica 6 maggio 2012

festa San Domenico Savio 2012

Si è svolta dal 3 al 6 maggio la festa in onore del santo protettore dell’ass. oratorio San Domenico Savio. Lo slogan “servi il Signore nella gioia” ha seguito i tre giorni di festa attraverso testimonianze, giochi, lo stare insieme, attraverso la cultura e l’impegno di due associazioni l'oratorio di cirò e il liceo musicale di cirò marina grazie alla professionalità della prof.ssa Angela Vulcano conosciuta e stimata da tutti. La collaborazione delle due associazioni dura da anni per costruire realtà positive e concrete con i giovani e per i giovani la continuità dell'impegno ha portato i suoi frutti. In occasione della festa sabato sera è stata presentata per la prima volta insieme l'orchestra giovanile “San Domenico Savio” battezzata da don Antonio Mazzone nel 2009 e i Pueri Cantores tenuti a battesimo da don Giovanni Napolitano nel Natale 2011 due realtà, due esempi di fede e di cultura, di impegno costante. La presidente Rosetta Bossio sottolinea che l'esperienza di appartenere ad un gruppo è altamente educativa per ogni singolo ragazzo sia dal punto di vista sociale che culturale e coglie l’occasione per comunicare la prossima iniziativa che si chiamerà "giovediamoci " e sarà gestita interamente dal consiglio direttivo giovani. La serata si è conclusa con tanto divertimento, karaoke e giochi e con la tradizionale sagra della "pitta ccu majiu"gestita dal "gruppo Mamma Margherita".

mercoledì 25 aprile 2012

festa San Domenico Savio 2012


giovedì 15 marzo 2012

martedì 28 febbraio 2012

CONSIGLIO DIRETTIVO GIOVANI

Novità nell’associazione "Oratorio S. Domenico Savio" di cirò,
nasce il CONSIGLIO DIRETTIVO GIOVANI.
Per dare spazio ai giovani responsabilizzandoli nella vita dell’associazione stessa e nella realtà cirotana” afferma la presidente Rosetta Bossio
Per la realizzazione di attività, rivolte a tutti coloro che intendono passare
delle piacevoli giornate in compagnia, giocando o esprimendo il proprio senso
creativo, nasce il CONSIGLIO DIRETTIVO GIOVANI. Affiancato dal direttivo
dell’associazione “Oratorio San Domenico Savio” sarà il promotore delle nuove
iniziative finalizzate alla crescita culturale e cristiana dei giovani stessi.
Il CONSIGLIO DIRETTIVO GIOVANI vuole continuare a creare e mantenere un centro permanente di vita associativa a carattere volontario e democratico seguendo il motto dell’associazione “Formare e Inviare” continuando a costruire nuove realtà finalizzate ai giovani stessi in sinergia con gli adulti. I giovani
dell’associazione ringraziano la presidente Rosetta Bossio e tutto il Consiglio
Direttivo per aver regalato questa bellissima opportunità di crescita sia
individuale che collettiva, e per aver costruito negli anni attività culturali
per Cirò. Il C. D. GIOVANI e il Consiglio Direttivo dell’associazione
continueranno le varie attività ricreative e culturali nella sede dell’oratorio:
ludoteca, laboratorio manuale, disegno e lettura, canto, corsi per strumenti
musicali in collaborazione con il Liceo Musicale G. Verdi di Cirò Marina,
attività motorie finalizzate alla socializzazione e alla diffusione dello
sport, laboratorio teatrale, laboratorio di fede e riflessioni,
cineforum e la redazione del giornalino (21 edizioni), alla quale possono
aderire liberamente tutti coloro i quali intendono contribuire alla crescita
del senso di appartenenza sociale.
Il CONSIGLIO DIRETTIVO GIOVANI è formato da:
Presidente: Rita Viola
Vice Presidente: Patrizia
Tesoriere: Elena Morelli
Segretaria: Mariachiara Paletta
Consiglieri: Teresa Barone, Gennaro Bruno, Francesca Critelli,
Francesco Dell’Aquila, Fiorenza Malena, Carletto Stasi.
In collaborazione con: Francesca
Blefari, Rosetta Funaro, Cataldo
Malena, Francesca Vasamì, Nicodemo Viola, Giulia Salerno, Maria Sollai.
Tutti i componenti dell’associazione portano avanti un unico
obiettivo -costruire un ambiente sano- formando come dice don Bosco
“onesti cittadini e bravi cristiani”

domenica 19 febbraio 2012

lunedì 6 febbraio 2012

XXXIV Giornata Nazionale per la Vita ricordando don Bosco

Che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati.Nell’offerta di questa LUCE è l’impegno di noi giovani ad essere testimoni dell’amore:accoglila, Signore, e dona nuova forza al ministero della Chiesa, del Papa, dei Vescovi, degli educatori, dei genitori e di tutta la Famiglie.Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose.In questa confidenza i cuori si aprono e fanno conoscere i loro bisogni.Nell’offerta di questo LIBRO APERTO c’è l’impegno di noi giovani a spalancare le porte del cuore: accoglilo, Signore, e fa’ che si aprano alla tua grazia tutti i giovani, quelli disorientati e quelli entusiasti, quelli insoddisfatti e quelli spavaldi, quelli insicuri e quelli generosi, quelli impegnati e quelli confusionari.Si porta all’altare la Croce, segno di contraddizione e di vita. Simbolo non solo delle difficoltà, dei sacrifici e dei drammi quotidiani che spesso noi giovani, oggi, siamo chiamati a vivere, ma, "strada", "via" su cui Gesù vuole condurci, una via regale che fa a pugni con la mentalità del mondo. Non troviamo la vita impadronendoci di essa, ma donandola. L'amore è donare se stessi, e per questo è la via della vita vera simboleggiata dalla Croce. L’impegno di noi giovani è vivere l’eucarestia come centro della nostra vita.Si porta all’altare l’ icona di Maria Sede della Sapienza, Colei che svolge con sapienza di madre la formazione cristiana permanente nella vita della Chiesa, e con la quale vogliamo rappresentare la “carità intellettuale”, e il quadro di San Giovanni Bosco che ci chiede e di riconoscere la profonda responsabilità nel condurre i giovani alla verità come atto di amore. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te.Chi sa di essere amato, ama; e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai giovani.Nell’offerta di questo PANE e di questo VINO è l’impegno di noi giovani a farti spazio nella vita: accoglili, Signore, trasformali nel tuo corpo e nel tuo sangue e resta compagno e amico di chi è nella solitudine, nella malattia, nello sconforto, nel conflitto, nella povertà, nella tristezza.
Oggi 5 febbraio si celebra la XXXIV Giornata Nazionale per la Vita, al fine di sollecitare le coscienze all’alto impegno in favore della difesa della vita, dal concepimento fino al suo naturale tramonto, per sottolineare, che per la persona umana il bene grande della vita è un valore alto, assolutamente non negoziabile. Il titolo del messaggio dei Vescovi italiani, “Giovani aperti alla vita”, è rivolto in particolare a noi giovani, per essere educati “a cercare la vera giovinezza, a compierne i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo” occorrono adulti contenti del dono dell’esistenza che offrono esempi, cultura e testimonianze. La Giornata per la Vita non può non riferirsi al grande tema dell’emergenza educativa. 200 anni fa ne parlava don Bosco; i grandi educatori anche oggi ne traggono esempi fondandosi sulla convinzione che occorre «illuminare la mente per irrobustire il cuore».E’ una citazione delle memorie biografiche di don Bosco. San Giovanni Bosco fu un santo moderno vissuto in un tempo di grandi turbamenti e sconvolgimenti politici, culturali e sociali che si distinse come educatore dei giovani trasformando la scuola e la chiesa in una famiglia.. Ragione, religione e amore era il trinomio del suo metodo educativo. Il messaggio di Don Bosco rimane di grande attualità per superare l’emergenza educativa. Oggi lo ricordiamo sempre più consapevoli della validità dei suoi insegnamenti.

martedì 24 gennaio 2012

24 Gennaio la Chiesa ricorda SAN FRANCESCO di SALES

San Francesco di Sales, vescovo di Ginevra e dottore della Chiesa, è sicuramente il più importante e celebre fiore di santità sbocciato in Savoia. Francesco nasce 21 agosto 1567 in Savoia nel castello di Sales presso Thorens. Ricevette sin dalla più tenera età un’accurata educazione, coronata dagli studi universitari. Qui ricevette con grande lode il berretto dottorale e ritornato in patria fu nominato avvocato del Senato di Chambéry. Ma sin dalla sua frequentazione accademica erano iniziati ad emergere i suoi preminenti interessi teologici, culminati poi nelle scoperta della vocazione sacerdotale, che deluse però le aspettative paterne. Nel 1593 ricevette l’ordinazione presbiterale ed il 21 dicembre celebrò la sua prima Messa. Fu sacerdote zelante ed instancabile lavoratore nella vigna del Signore. Si diede alla pubblicazione di fogli volanti, che egli stesso faceva scivolare sotto gli usci delle case o affiggeva ai muri, meritandosi per questa originale attività pubblicitaria il titolo di patrono dei giornalisti e di quanti diffondono la verità cristiana servendosi dei mezzi di comunicazione sociale. Ma, quei foglietti che egli cacciava sotto le porte delle case, ebbero scarsa efficacia. Spinto da un enorme desiderio di salvaguardare l’ortodossia cristiana, Francesco chiese volontariamente udienza al vescovo di Ginevra affinché lo destinasse a quella città, simbolo supremo del calvinismo e massima sede dei riformatori, per la difficile missione di predicatore cattolico. Stabilitosi a Ginevra, non si fece remore a discutere di teologia con i protestanti, ardendo dal desiderio di recuperare quante più anime possibili alla Chiesa, ma soprattutto alla causa di Cristo da lui ritenuta più genuina. Il suo costante pensiero era rivolto inoltre alla condizione dei laici, preoccupato di sviluppare una predicazione e un modello di vita cristiana alla portata anche delle persone comuni, immerse nella difficile vita quotidiana. Proverbiali divennero i suoi insegnamenti, pervasi di comprensione e di dolcezza, permeati dalla ferma convinzione che a supporto delle azioni umane vi fosse sempre la provvidenziale presenza divina. Nel corso della sua missione di predicatore, nel 1604 conobbe poi a Dijon la nobildonna Giovanna Francesca Frèmiot, vedova del barone de Chantal, con cui iniziò una corrispondenza epistolare ed una profonda amicizia che sfociarono nella fondazione dell’Ordine della Visitazione. “Il duca di Savoia, dal quale Francesco dipendeva politicamente, sostenne l’opera dell’inascoltato apostolo con la maniera forte, ma non addicendosi l’intolleranza al temperamento del santo, quest’ultimo preferì portare avanti la sua battaglia per l’ortodossia con il metodo della carità, illuminando le coscienze con gli scritti, per i quali ha avuto il titolo di dottore della Chiesa. Le sue principali opere furono dunque “Introduzione alla vita devota” e “Trattato dell'amore di Dio”, testi fondamentali della letteratura religiosa di tutti i tempi. L’11 dicembre 1622 a Lione ebbe l’ultimo colloquio con la sua penitente e qui morì per un attacco di apoplessia il 28 dello stesso mese nella stanzetta del cappellano delle Suore della Visitazione presso il monastero. Il 24 gennaio 1623 il corpo mortale del santo fu traslato ad Annecy, nella chiesa oggi a lui dedicata, ma in seguito fu posto alla venerazione dei fedeli nella basilica della Visitation, sulla collina adiacente alla città, accanto a Santa Giovanna Francesca di Chantal. Francesco di Sales fu presto beatificato il 8 gennaio 1662 e già tre anni dopo venne canonizzato il 19 aprile 1665 dal pontefice Alessandro VII. Successivamente fu proclamato Dottore della Chiesa nel 1877, nonché patrono dei giornalisti nel 1923.Francesco di Sales fu un vescovo santo, innamorato della bellezza e della bontà di Dio.E’ doveroso ricordare come al suo nome si siano ispirate parecchie congregazioni, tra le quali la più celebre è indubbiamente la nostra Famiglia Salesiana fondata da San Giovanni Bosco.

domenica 8 gennaio 2012

PUERI CANTORES

I PUERI CANTORES una nuova formazione grazie alla crescita culturale dell’associazione “Oratorio San Domenico Savio”
L’associazione oratorio San Domenico Savio ha presentato, il 26 dicembre nella Chiesa Santa Maria de Plateis gremita da un pubblico attento e interessato il I concerto dei Pueri Cantores; una nuova attività formativa e costruttiva che ha lo scopo di far maturare i bambini sia come singoli che come squadra. Il nome è stato scelto in onore di San Domenico Savio proclamato da papa Pio XII nel 1956, “celeste patrono e modello dei Pueri Cantores”. Il coro ha un unico obiettivo: evangelizzare con la musica. La loro formazione evidenzia ancora una volta l’evoluzione dell’associazione Oratorio San Domenico Savio, rappresentata da Rosetta Bossio, tutti i componenti lavorano in sinergia come una squadra non per vincere ma per costruire passo dopo passo quello che è diventato nel corso degli anni il motto dell’associazione: Formare e Inviare per continuare a costruire nuove realtà e fare rete con altre associazioni culturali presenti nel territorio, tra queste, ricordiamo la collaborazione con il liceo musicale G. Verdi di Cirò Marina che ha portato alla nascita dell’orchestra giovanile San Domenico Savio diretta dalla prof.ssa Angela Vulcano. Si ringraziano don Giovanni Napolitano per la cura, la dedizione che dà ai bambini del coro, il sindaco avv. Mario Caruso e l’amministrazione comunale sempre vicini alle esigenze richieste, ai bambini del coro e alle loro famiglie. La bravissima MariaChiara Paletta ha presentato la serata e i
seguenti brani: ASTRO DEL CIEL. “BIANCO NATALE”. NOEL. JINGLE BELLS. “A NATALE PUOI. VERDE E ROSSO L’AGRIFOGLIO. NINNA NANNA DI PACE. HAPPY CHRISTMAS. BUON NATALE IN ALLEGRIA.

i componenti del coro:
Capalbo Vanessa,
Cortese Filomena,
Funaro Rosetta,
Giardino MariaFrancesca,
Le Rose Martina,
Lettieri Rossella.
Morelli Anna,
Sicilia Isabella,
Sollai Maria,
Stasi Aurora, 1
Stasi Aurora, 2
Stasi Lucia,
Vasamì Debora,
Vasamì Francesca,
Zumpano Morena
con i responsabili: Critelli Francesca, Dell’Aquila Francesco, Malena Fiorenza, Salerno Giulia. Tutti giovanissimi con un grande talento “cantare con il cuore”.

L’associazione durante l’anno in corso potenzierà le attività e darà inizio a una nuova formazione giovanile.